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La farfalla


     di Giancarlo Grassi




     Cara Morrigan:

Domani già sarò pentito di averti scritto ma... sarà troppo tardi (per me) e certamente pagherò caro quest’impeto di masochismo altruista.
Ricordi Morrigan? I poeti sono farfalle: fragili, inconsistenti, ma anche... volatili, non nel senso zoologico ma nel senso di evanescenti.
Se ne hai catturato uno -poco importa se volontariamente o casualmente-, ed ora lo tieni chiuso nella tua mano, mantieni la tua farfalla/poeta stretta fra le dita. Non lasciarti convincere ad applicare la filosofia della Vispa Teresa (che tanto vispa non era), non arrossire (perché dovresti?) e, soprattutto, non dischiudere le dita.
Non è essenziale se al momento non vedi un utilizzo immediato per questa farfalla: comincia col non liberarla; domani penserai cosa farne. Non c’è fretta. Non è cinismo: è praticità.
Leggila in fretta questa lettera Morrigan, prima che i poteri del mio pentimento la inceneriscano fra le tue mani.


Giancarlo.







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