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Nebbia a Milano



Ti odio, nebbia, che avvolgi
e confondi i miei pensieri
avveleni e intorpidisci i sensi

Non riuscirai a precipitarmi
nel letargo invernale
annegando i sogni appena nati
nella palude dell’oblio

Anche l’autunno ora andato
non voleva arrendersi. Io pure
combatterò con tutte le mie forze

Ben venga il vento freddo: mi terrà desta
e il cielo sarà terso oltre il cristallo
Ricorderò le suggestioni
delle calde sere estive e veglierò

Aspetterò che torni a rinverdire il ramo
Impazzirà di giallo il mio giardino
di forsizie, primule e giunchiglie

Le cicatrici lasciate dalla tua cattiveria
non potranno essere più profonde
di altre che nessuno mai vedrà.

Vattene!


[07/12/2001]