Prefazione di
Lino Lista*
"Memore di una lezione di Dante Alighieri, il quale insegnava che colui che ti conosce di persona (per adulazione o per invidia - scriveva Dante - oppure per affetto o rispetto - aggiungo io-) non può essere un critico imparziale, ho sempre avvertito un disagio nel recensire autori coi quali avevo instaurato rapporti differenti da quello puramente epistolare. Perfino una chiacchierata telefonica, infatti, fosse solo per il gradimento o per il fastidio del timbro di una voce, è in grado di determinare un condizionamento emotivo che suggestiona, poi, l’onestà del giudizio. Ciò è esiziale per l’esercizio critico perché è nello specchio dell’opera che vanno ricercate la vera immagine e la natura dell’artista, di norma ben differenti da come esse possono apparire alla vista, all’udito, all’olfatto.
Con A. M. Jetti, credo di poter affermare, questo rischio non esiste: Alessandro è giusto quello che emerge, con sintomatica coerenza, dai suoi scritti, dalle sue poesie. Egli è il corridore della bellissima ‘Sfida’, un uomo pronto a mettere in discussione sè stesso, a far tesoro delle esperienze e a non nascondere i propri sbagli, le occasioni non colte, senza con questo vivere di rimpianti; nonostante le “irrise speranze” del suo ‘cavalluccio di legno’, egli è un poeta ottimista che “guarda l’orizzonte”, che attende, dietro i vetri della ‘Folgore silenziosa’, che “spunti l'alba”; egli si compiace del ‘Fastidioso tarlo’ il quale, a discapito del “pan raffermo di perse occasioni”, continua a “rosicare” nella sua madia.
Per me, che venero la dialettica e i conflitti tra gli opposti, Alessandro Maria Jetti è un poeta da gustare nella sua problematicità, scevra da proterve convinzioni e millantate certezze; egli è il viandante che ricerca, sul “dissesto ponte” dell’umano passaggio, la risposta all’eterna domanda del ‘Chi sei?’ soprattutto in sé, essendo cosciente che, in definitiva, è il libero arbitrio che decide e che ogni passo, per quanto meditato esso possa essere, è alfine un azzardo.
Ecco: forse chi conosce Alessandro meglio di me, e ne ha apprezzato la robusta produzione di genere sociale o satirico, potrà meravigliarsi di questo mio fissare l'attenzione sulla sua poesia introspettiva. E' in questo genere, infatti, che io ritengo che lui eccella. E' nelle opere nelle quali egli narra di sè che io ho notato come il suo verso s'innalza, come il metro scorre fluido, come la parola è oculatamente scelta, quasi in empatia con una ricerca interiore che non lascia spazio alle ovvietà e agli eccessi, come il sospiro si spersonalizza e diviene respiro universale, a differenza dei tanti ansimi e sbuffi esacerbati che, sempre più, caratterizzano la letteratura introspettiva dei nostri giorni dove, all'amore per la conoscenza dell'uomo, si sostituisce la venerazione del proprio io."
* Lino Lista, poeta e scrittore, è autore di monografie di critica estetica e simbolismo. Tra le sue opere più note si citano i saggi -pubblicati dalla rivista internazionale di Scienza e Filosofia "Episteme"- sulla Primavera di Botticelli, interpretata come l'Eden della Divina Commedia, e sulle allegorie della Cappella San Severo a Napoli.
da:
notturno, ore tre...
amico ritrovato
Ricordo quei riccioli dorati
incapricciati al gioco delle mani
de' tanti piccoli demòni innamorati,
l'arrampicarsi a groppa del domani
pròni i destrieri, e scàlpiti inventati.
Ricordo ancora le gare di quegli anni
veloci scorsi, tesi allo spronare
non più garrési, ma sopra i nostri panni
disegni di futuro a ritagliare
ingenui e freschi di sapone e ranni.
Ricordo infine lo stacco alla rincorsa
senza ansimare per alcuna invidia,
senza bruciori dell'altrui risorsa,
ma cavalcare un mondo d'ogni insidia
e comandarne le briglia nella corsa.
Ritrovo d'ogni pagina le pieghe...
e ti prendo sottobraccio, amico mio,
e lentamente racconto le mie fughe
e al passo tuo m'adeguo pure io,
e d'oggi in poi son mie quelle tue rughe!
|
|
notturno, ore tre...
di
Alessandro Maria Jetti
Casa Editrice Arti Grafiche Cinque
pagg. 96
prezzo di copertina: € 10,00
(+ € 2,00 per la spedizione)
di cui € 2,00 a favore di Emergency
Per ordinare il libro:
Alessandro Maria Ietti
via Emilio G.Turco sindaco, 26
83100 Avellino
e-mail: alessandro.ietti@alice.it
autobiografia dell'
Autore
Sono nato Abbruzzese, ad Avezzano, nella incantevole Marsica, a far tempo dal... millennio decorso, anno 1934.
Devo a mia madre l'inclinazione alla poesia, la cara defunta genitrice mi ha sempre sostenuto nella continua ricerca di poter esprimere quella spinta interiore che avvertivo, quel voler rincorrere, e riversare nella poesia, ogni intima sensazione, ogni interpretazione di eventi, ogni sfaccettatura di questo splendido diamante che è la vita stessa.
Nel corso degli anni ho raccolto in libricini, sotto diversi pseudonimi, dati in stampe non venali, molte delle mie poesie: così un Jalmar in "mano nella mano", Daniele Rossatti in "gocce di arcobaleno", Asteria di Télson in "animali alla sbarra", Leardo di Saint-Seti in "piante al Suo cospetto", Antileo Tessardi in pubblicazioni su riviste, per me tutti emblemi in quel chiaro scuro ed anche tanta insicurezza che mi hanno accompagnato nel corso dell'esistenza.
Tuttavia, una delle più gratificanti emozioni per me è stata, ed è tutt'oggi, quella di sentir recitare alcune mie poesie oltre oceani, in un Network australiano: "Rete-ItaliaRadio" di Sydney (unica rete sul continente in lingua italiana). È ascoltata dagli oltre 150mila degli italiani ivi emigrati, e per questo devo il mio più sincero grazie al Direttore e Conduttore dott. Paolo Rajo.
Oggi, pur se attardato nell'età, mi sento ancora carico di energia espressiva, teso sempre alla ricerca dell'essenza dei tanti sentimenti che avverto agitarsi ancora in me.
Ho così abbandonato ogni simbolismo e cerco dare tutto me stesso e con tutto il mio cuore, sempre più gonfio di amore e dedizione, attraverso la poesia, quelle che sono le emozioni che vivo giorno dopo giorno, ma sopratutto con la piena dei sentimenti e la sensibilità di un essere... semplicemente umano.
Ed è allora e soltanto per questo che umilmente chiedo, a tutti coloro che hanno ed avranno la bontà e compiacenza di leggermi, di sentirsi con me sempre uniti appartenenti a questa umanità, dove vorrei che potessimo tranquillamente avvicinarci ed abbracciarci, ai margini dati dal piccolo specchio della nostra vita che ci fa, se non eguali, tanto fraternamente somiglianti.
Forse è l’ora dove si possono sentire soltanto i grilli d’estate e la pioggia d’autunno, quando anche gli ultimi sono rientrati, quando la notte è veramente notte. Poi la città ricomincia “a piangere e a urlare”. E con lei, noi. La raccolta di poesie di Alessandro Maria Jetti, edito per le Arti Grafiche Cinque di Avellino, (100 pag, 10 euro di cui per ogni copia 2 euro devolute ad Emergency), è un collage di emozioni quotidiane. E c’è freschezza nei versi di Jetti, quasi adolescenziale, nonostante le settanta candeline dell’autore, c’è speranza, solidarietà, fratellanza che va oltre all’aspetto puramente religioso o ideologico. Qui si respira, non c’è chiusura o tanto meno clausura, i punti di vista sono ampi, direi moderni nella massima e più ampia accezione del termine. I versi scorrono infondendo fiducia nel domani, nel prossimo, con quella sottile linea rossa di amarezza che è la spinta e la molla per cacciare le emozioni in fondo alla gola e ritirare versi come panni stesi al sole. L’ansia viene sgombrata e sconfitta ed una dolce serenità prende il sopravvento. Attenzione non è mera chimera l’atteggiamento del poeta campano, anzi tutt’altro. E’ saldamente con i piedi nel fango della vita, nella melma dei sentimenti e dei rapporti umani ed interpersonali che ha visto la Luce altra, che ha combattuto le distanze e adesso sente il mondo ed i suoi simili più vicini, perché “la vita ci fa, se non uguali, tanto fraternamente somiglianti”. Sono pezzi di storie, puzzle di aria e respiro, collage di cronache viste con gli sguardi in bilico tra l’essere tornati un po’ bambini e quella incredulità che ci fa credere anche agli asini in volo o ai dischi volanti perché sappiamo che non potranno farci del male. L’acredine è stata messa in soffitta, l’arroganza gettata nei rifiuti, la vecchia pelle del serpente scacciata alla rinfusa tra gli scheletri nell’armadio. E c’è nostalgia, senza lacrime, e c’è ricordo, ma senza malinconia, e c’è sostanza, senza perdere il contatto con i sogni. Oltre settanta istantanee di nebbia e fumo, di cuore e sangue, di mare e occhi. Liquido nel liquido.
|
|